Un pomeriggio tra intrecci, musica e tradizione

Il mestiere dell'intreccio è antico, affonda le sue radici in una memoria collettiva che ci riporta ai tempi dei filò nella stalla, quando le donne cucivano o facevano la maglia e gli uomini intrecciavano salice, nocciolo ed altri rami flessibili. Oggi, quel sapere artigianale torna a vivere grazie a iniziative come quella di oggi pomeriggio, dedicato alla presentazione del libro "DAICHEINTRECEMO" di Caio, il cestaio.

Con grande passione, Caio ci ha raccontato il suo percorso di avvicinamento all'arte dell'intreccio, spiegando come questa antica tradizione si sia radicata in diverse parti d'Italia. L'intreccio non è solo una tecnica manuale, ma un vero e proprio linguaggio fatto di gesti e di pazienza, che oggi può rappresentare anche un'importante risorsa educativa, da introdurre nelle scuole per valorizzare la manualità e la creatività dei bambini.

Oltre al valore artistico e pratico, l'intreccio porta con sé anche un profondo significato sociale e terapeutico: lavorare insieme, intrecciando rami e parole, crea momenti di condivisione autentica, proprio come avveniva nei filò di un tempo.

Ad accompagnare la presentazione, le suggestive note del gruppo musicale CANTAFILÒ, nato nel 1994 dalla passione per le musiche e danze popolari. Con strumenti tradizionali, spesso auto-costruiti, i Cantafilò hanno dato vita a un pomeriggio vibrante e coinvolgente, trascinando il pubblico nelle danze e trasformando molti spettatori in improvvisati musicisti con campanacci e strumenti a percussione.

Il pomeriggio si è concluso con tante promesse e progetti per il futuro: un simposio di intrecciatori a Brenzone, un concerto natalizio a Campo, e, più immediato, un laboratorio di intreccio domani a Castelletto con “LE SESTERE DE BRENSO”.
Un bel segnale che l'antico mestiere dell'intreccio è più vivo che mai, pronto a intrecciare ancora storie, mani e cuori.